Dire che la terra non è piatta è un fatto scontato. Anzi no. Non più. Interi secoli di studi, scienza, divulgazione vengono sistematicamente buttati nel secchio a favore di elucubrazioni che non hanno alcun fondamento. Leggende, perlopiù, assurte al rango di teorie con adepti pronti a far di tutto per sostenere la causa.
Terrapiattisti all’avventura nell’azzurro mar
Così, due terrapiattisti, in pieno lockdown, sono partiti dal Veneto per approdare a Lampedusa dove, a loro dire, avrebbero potuto contemplare il confine del mondo, così come concepito dalla teoria che li vede convinti seguaci. Anche se c’è da pensare che l’odissea patita possa aver fatto desistere la coppia dal realizzare il suo sogno in futuro.
La storia, raccontata al quotidiano La Stampa da Salvatore Zichichi, medico dell’ufficio di sanità marittima del ministero della Salute, ha un che di fake. Anzi, si vorrebbe tanto credere, a tratti, che sia una fake. Invece, a quanto pare e purtroppo, è tutto vero.
Quarantena, fuga e il mesto ritorno via terra
I due, dunque, sarebbero giunti a Termini Imerese violando tutte le restrizioni. Quindi avrebbero venduto la macchina per prendere una barca con la quale circumnavigare l’isola e arrivare a Lampedusa, la loro personale finis terrae. Il bello della storia è che hanno utilizzato una bussola, strumento che si basa sul magnetismo terrestre, in cui i terrapiattisti non dovrebbero credere. Non essendo, tuttavia, dei lupi di mare, sono giunti, invece, a Ustica dove sono stati posti in quarantena dalle autorità del luogo.
In mezzo un paio di tentativi di fuga, l’approdo a casa di un mitomane e una fatica inenarrabile che, al confronto, neanche Ulisse reggerebbe. Due sognatori, probabilmente, che hanno dovuto ripiegare, abbandonando il mare – e forse scoprendo che la navigazione non è esattamente per tutti – per tornare in Veneto via terra. Vien da chiedersi se la disavventura raccontata dal medico a distanza di mesi abbia mutato le convinzioni della coppia circa la reale forma della Terra.