Una faccenda terribilmente seria, la violazione del lockdown, ma la vicenda del sindaco ubriaco che, in piena emergenza coronavirus, si finge pure morto desta sicuramente perplessità, un sorriso tirato e anche un certo grado di disagio. Perché si vorrebbe sempre che esponenti istituzionali fossero maturi abbastanza da riuscire a guidare una comunità.
Il singolare episodio è accaduto qualche mese fa – maggio, per la precisione, in un dipartimento peruviano.
Ubriaco vero, finto morto
La storia è stata raccontata dal quotidiano locale La Republica, ripresa, in Italia, da tutte le testate nazionali e ha visto come protagonista Jaime Rolando Urbina Torres, sindaco distrettuale di Tantarà. Diventato, purtroppo per lui, famoso da quel momento.
L’uomo evidentemente non ne poteva più delle misure di restrizione e ha pensato bene di passare una serata in allegria con gli amici bevendo, divertendosi, ubriacandosi ed esagerando. Insomma un esempio non proprio edificante per la sua comunità.
Sì, perché non si è accontentato di far bisboccia – che già questo, in tempo di pandemia, è un comportamento singolare – ma si è pure finto morto per evitare polemiche.
Alcuni cittadini lo hanno, infatti, riconosciuto – essendo, del resto, una autorità locale – e hanno avvisato la polizia. L’uomo, evidentemente in preda all’ubriachezza, si è fatto prendere dal panico e ha cercato una via d’uscita.
Trucco scoperto dai poliziotti
Così ha pensato bene, insieme a un compagno di bisbocce, di stendersi in un feretro allestito nelle vicinanze – proprio per la terribile emergenza sanitaria che ha mietuto tante vittime in Perù come altrove – fingendosi morto.
Non era in sé, evidentemente, ma la sua immagine ne esce decisamente ammaccata.
La bravata, comunque, non gli è riuscita perché i poliziotti hanno compreso il trucco e lo hanno condotto nel commissariato più vicino.
Una vicenda bizzarra e imbarazzante per il protagonista. Che, in veste di autorità, avrebbe almeno dovuto avere il buon senso di dare il buon esempio e di trattenersi dal dare libero sfogo ai propri istinti.