Non succedeva da 40 anni. Un uomo è stato ucciso da un Grizzly all’interno dell’area protetta di un grande parco nazionale americano. Ecco cosa è successo e perché si è verificato questo attacco mortale
Orso uccide cacciatore in Alaska
Nella fredda e lontana Alaska, a Wrangell-St e all’interno dell’Elias National Park and Preserver, un orso Grizzly ha ucciso un uomo, un cacciatore che si trovava insieme a un amico nei pressi del vicino fiume Chisana. L’uomo era impegnato in una lunga battuta di caccia all’alce quando all’improvviso è stato attaccato dall’orso, che lo ha ucciso. Il parco, il più grande dell’Alaska e aperto da 40 anni, non aveva mai registrato un simile episodio, che certamente ha messo in allarme tutti a causa della maggiore presenza di orsi sul territorio in questa stagione e della loro aggressività.
Le conseguenze
Il grave fatto ha avuto la conseguenza dell’esortazione alla massima attenzione dei visitatori da parte dei guardaparchi. I ranger hanno esortato i turisti alla massima cautela data la maggiore presenza per il parco degli orsi durante la stagione autunnale a causa della ricerca di cibo in previsione del letargo invernale. Ai turisti è stato consigliato di prendere precauzioni preventive come spray anti orsi e contenitori per alimenti resistenti Alle persone è stato anche consigliato di fingersi morti in caso di attacco.
L’aggressività degli orsi ha fatto sì che nello scorso giugno il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump abolisse il divieto di tattiche di caccia atte a stanare gli animali dalle loro tane. I cacciatori hanno potuto così tornare in Alaska nei parchi nazionali e utilizzare pratiche messe al bando dalla precedente amministrazione Obama per proteggere gli orsi e i loro cuccioli.