Beve olio d’oliva: pazzesco, ecco cosa gli è successo!

L’olio d’oliva è uno dei condimenti più usati nella cucina Mediterranea ed è consigliato da tutti i nutrizionisti. Certo in quantità modesta, ma sempre utile per regalarci energia e oli essenziali per l’organismo.

Se vedi che qualcuno beve olio d’oliva non potrai che concludere una cosa: il risultato sarà pazzesco per il suo corpo, in molti modi. Per quale motivo? Scopriamo tutti i benefici di questo particolare e prezioso alimento.

Le origini dell’olio d’oliva

Le origini dell’olio d’oliva risalgono a molti millenni fa. Impossibile stabilire con precisione quando è comparso sul nostro territorio: la prima testimonianza infatti risale al 4000 a.C. in territori come India, Palestina e Armenia. All’epoca veniva usato come unguento per la pelle, medicinale e persino per alimentare le lampade.

La diffusione dell’olio d’oliva nel Mediterraneo si deve ai Greci, mentre i Romani per quanto riguarda l’Impero Romano. In quegli anni è stato introdotto infatti il pagamento dei tributi con l’olio d’oliva, decisione che ha permesso di migliorarne la coltivazione e la diffusione. La classificazione in diverse tipologie di spremitura si deve sempre al popolo Romano.

Le proprietà dell’olio d’oliva

Chi beve olio d’oliva fa solo bene per molteplici motivi. Il condimento più usato dagli italiani infatti contiene un equilibrio di grassi senza pari, visto che è ricco di sostanze grasse utili per prevenire i disturbi cardiovascolari. L’alimento è inoltre povero di grassi saturi e non influisce quindi sui livelli di colesterolo nel sangue. Questo fattore è invece regolato dalla presenza di acido oleico, un grasso monoinsaturo che riduce il colesterolo ‘cattivo’.

A rendere ancora più prezioso l’olio d’oliva è la presenza dei polifenoli. Sono antiossidanti presenti nella polpa e che proteggono i grassi che si trovano al suo interno. Allo stesso tempo, garantiscono all’organismo una difesa in più per lo sviluppo di molti tumori e in base a qualche studio sembra che aiutino la memoria e l’elasticità delle funzioni cognitive.