Il kefir è un alimento di tendenza che ha preso piede sulla tavola negli ultimi anni. Non è nostrano ma ha avuto ampia diffusione anche in Italia in tempi recenti. Ma il kefir fa bene? Ecco cosa dice l’esperto in proposito.
Di origine russa, Il kefir è un derivato del latte, un latticino fermentato dal latte vaccino, di pecora o di capra, che presenta un importante contenuto nutrizionale di origine biologica. Il kefir contiene infatti importanti sali minerali come il calcio e il fosforo, grassi saturi, poco colesterolo e un considerevole apporto vitaminico. Il kefir contiene poi lattobacilli, lieviti buoni, streptococchi termofili, enzimi, alcol etilico e zuccheri semplici.
Sulla tavola il kefir, in forma generalmente liquida, si beve freddo e si accompagna in linea di massima con il miele o con della frutta rossa da sottobosco come mirtilli e lamponi. Il kefir si conserva in frigorifero e può durare al massimo per una settimana. Ma il kefir fa bene?
Il kefir fa bene? Ecco cosa dice l’esperto. Il kefir fa bene e può essere d’aiuto per chi soffre di malattie che coinvolgono il fegato, i reni e lo stomaco. Il kefir aiuta a contrastare l’anemia, a stabilizzare il ciclo mestruale per cui può essere consumato con regolarità.
Il kefir agisce sul sistema nervoso aiutando a ridurre lo stress, il nervosismo e l’ansia. Il kefir aiuta la regolarità intestinale, favorisce la motilità e la peristalsi, contrasta la stipsi e la stitichezza.
Il kefir può essere acquistato presso i reparti biologici dei supermercati più forniti oppure preparato in casa. Nel secondo caso sarà necessaria dell’acqua, dei grani di kefir, mezzo limone, dello zucchero di canna e una prugna secca.
Questi ingredienti ora elencati andranno messi in un barattolo di vetro da lasciare aperto in frigo per 24 ore. Trascorso il tempo si dovranno spremere il limone e togliere la prugna. Si dovrà quindi filtrare il kefir e lasciare in frigorifero.
A prima vista il kefir sembra simile allo yogurt: l’aspetto, la consistenza e il colore sono infatti quasi identici. Ma, essendo ricavato dall’azione fermentativa di ceppi batterici e lieviti differenti, il kefir possiede caratteristiche organolettiche e di gusto diverse da quelle dello yogurt comune.
Il kefir si distingue dallo yogurt per il contenuto di alcol etilico e di anidride carbonica. Queste differenze sono il risultato un metabolismo microbico di altro tipo: lo yogurt si forma esclusivamente per fermentazione lattica, il kefir sfrutta un processo alcolico.
Il kefir presenta controindicazioni al consumo? Sì. Il consumo del kefir è sconsigliato ai soggetti che soffrono di intolleranza all’istamina e di sensibilità al lattosio e alle proteine del latte.
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