L’errore gravissimo che tutti fanno con le orchidee: attenzione…

Per decorare il salotto con un tocco fresco e vivace, si può optare per delle piante da fiore. Esistono molte specie, che differiscono per un’infinità di ragioni, compresa la facilità di coltivazione. Alcune richiedono poche cure, rivelandosi ideali anche per chi non ha il pollice verde, mentre altre possono essere un po’ più delicate e richiedere una mano esperta.

Se avete avuto a che fare con un’orchidea, o vi siete semplicemente informati su come prendersene cura, saprete che sono generalmente considerate come piante “difficili”. In verità, basta seguire pochi accorgimenti, per far sì che queste specie possano vivere a lungo e in salute dentro le nostre case. Questo permetterà di evitare gli errori più comuni, compresi quelli più gravi.

A ogni specie il suo habitat

Ogni volta che decidiamo di accogliere un nuovo essere vivente in casa, occorre pensare a quale spazio dedicargli. Questo non vale solamente per la cuccia del cane o la lettiera del gatto. Anche le piante sono vive, e pertanto suscettibili alle caratteristiche della zona in cui vengono posizionate. Nonostante non possano emettere versi come gli animali, nel caso in cui non si trovino a proprio agio si esprimono in modo evidente. Le orchidee, per esempio, manifestano il proprio “disappunto” con foglie ingiallite, oppure nel momento in cui i boccioli appassiscono prima della fioritura.

Bisogna dunque informarsi sulle necessità delle specie più comuni, tenendo in considerazione che non tutte le orchidee sono originarie delle zone tropicali. Dopo di che, potrete decidere di designare loro uno spazio, magari un davanzale, e scegliere le tipologie di piante conseguentemente. Oppure, individuate la posizione ideale a seconda della specie in vostro possesso.

Gli errori da evitare assolutamente

Le pratiche più comuni e dannose per le orchidee si possono evitare semplicemente prendendo in considerazione tre elementi: umidità, luce e radici aeree. Sapendo quali sono le condizioni in cui vivrebbe la specie di cui avete deciso di prendervi cura, vedrete che sarete perfettamente in grado di ottenere delle meravigliose fioriture.

Umidità, per le piante coltivate, vuol dire irrigazione, che va regolata non solo secondo le naturali necessità dell’orchidea, ma anche in base alla posizione. In una stanza secca o molto areata, le radici avranno bisogno d’acqua più spesso, ma macchie scure o muffe sulle foglie sono chiari sintomi di un’elevata umidità. Attenzione a non nebulizzare direttamente i fiori, per non perderli nel giro di pochi giorni anziché goderne per settimane, ed evitate i ristagni d’acqua nel colletto. Basta non irrigare la pianta dall’alto, oppure asciugare con cura le foglie con carta assorbente. Volete sapere qual è l’errore più grave, che fa praticamente chiunque abbia un’orchidea? Dimenticare che si tratta di una specie che patisce gli shock termici, che non è costretta a subire in natura. Per evitarli basta utilizzare dell’acqua tiepida o almeno a temperatura ambiente, mai fredda di rubinetto.

Qualsiasi orchidea, inoltre, patisce la luce solare diretta, in particolare le phalaenopsis, alle quali si bruciano le foglie. Ricordate che si tratta pur sempre di specie che vivono in foreste, all’ombra di piante che filtrano i raggi del sole. Una tenda è la soluzione pratica ed efficace. Evitate di soffocare le radici, che sono aeree, posizionando l’orchidea in un contenitore bucato riempito di sole cortecce di pino, e non di terriccio.

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