8300 euro per una pizza: quali sono gli ingredienti della celebre “Luigi XIII”

Domenica sera, una bella pizza per cena ci starebbe proprio, consumata nel giardino, tanto più se passano degli amici.

Poi, per completare il tutto una bella birra gelata e la serata è perfetta. La pizza fa convivio e poi è sempre buona da mangiare. In più, diciamocelo, il prezzo è sempre abbordabile.

A meno che non si decida di andare sul sofisticato e ordinare, ad esempio, una pizza con un impasto particolare o, magari, con i gamberi di Gallipoli preventivamente abbattuti o, magari, con del formaggio di fossa e del culatello.

In ogni caso ancora il budget mensile a disposizione per le uscite serali dovrebbe bastare.

Una pizza per poche tasche

La cosa importante è che nessuno della compagnia si sogni di ordinare una Luigi XIII. Una che? Sì, una pizza decisamente regale, creata dallo chef pluripremiato Renato Viola, originario di Agropoli, in quel di Salerno.

In quel caso il conto lieviterebbe di un bel po’ e qualcuno sforerebbe non solo il budget mensile ma persino il reddito annuale. Sì, perché questa pizza costa ben 8300 euro, viene preparata da tre chef e richiede ben 72 ore di lievitazione.

Caviale, aragosta e cognac

E poi, gli ingredienti, tutti rigorosamente selezionati. Cose che in tanti non hanno mai neanche sentito nominare.

Ovvero: farina biologica, lievito naturale, lievito di birra, sale di Murray River, diversi tipi di caviale, gamberoni rossi del Cilento, aragosta di Palinuro, cicala del Mediterraneo, mozzarella di bufala campana.

E no, la pizzeria all’angolo non ce l’ha di sicuro. Perché è servita solo a domicilio, con team composto da tre persone e piatti e posate in edizione limitata. Viene servita con l’accompagnamento di un prestigioso cognac, il Remy Martin Luigi XIII. Insomma, robe non esattamente alla portata di tutti.

Sconsigliabile soprattutto se avete ospiti a cena in casa vostra, tipo i colleghi della bocciofila con cui trascorrete le vostre serate dopo il lavoro. Non solo per il costo – non sarete i tipi da badare al centesimo – ma soprattutto per le dimensioni: 20 cm di diametro. Il numero di pizze richieste aumenterebbe. A questo punto forse sarebbe meglio orientarsi su una Margherita o una Napoli. Volete mettere il gusto della tradizione?

mdrseo@gmail.com

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