Le orchidee sono alcuni dei fiori più meravigliosi e maestosi da avere in casa, in balcone o in giardino. Catalizzano l’attenzione dei nostri ospiti con il loro particolare e inconfondibile aspetto e con i loro colori delicati o sgargianti.
Ma come prendersi cura al meglio di queste delicate piante così apprezzate? Ci sono infatti dei dettagli da non trascurare. Per esempio, non dovreste tenere alcuni tipi di orchidee dentro le vostre case, in particolare all’interno di un appartamento. Vediamo insieme quali, perché e come curare le orchidee al meglio per godere della loro bellezza il più a lungo possibile senza commettere gravi errori nella cura delle orchidee.
Quali orchidee non si possono tenere in casa?
Quando parliamo di orchidee, facciamo riferimento a una vastissima famiglia che comprende quasi cinquanta varietà. La loro origine è da individuare nelle zone sub-tropicali degli arcipelaghi che si trovano nell’Oceano Indiano e in quello Pacifico, oltre che in alcune regioni dell’Asia.
Nonostante prediligano i climi tropicali, molte possono resistere anche ai freddi più rigidi, adattandosi egregiamente in qualsiasi ambiente non presenti variazioni troppo drastiche. L’importante, in ogni caso, è garantire alle vostre orchidee il giusto grado di attenzioni, sia per quanto riguarda la coltivazione in vaso che nel terreno.
Tra queste varietà, infatti, alcune non vanno assolutamente tenute all’interno degli appartamenti. La maggior parte delle piante di orchidea che vediamo in vendita in vivai e supermercati sono infatti destinate a rimanere in vasi e dentro casa. In questo modo la temperatura è più moderata e controllata durante l’anno e si può scegliere di posizionarle più o meno direttamente sotto il sole. Altre specie, invece, prediligono esclusivamente posizioni esterne.
Cypripedium e Cymbidium: le orchidee da giardino
È il caso delle orchidee della famiglia dei Cypripedium e della famiglia delle Cymbidium. Queste varianti, infatti, ben si adattano alla coltivazione direttamente nella terra dei giardini.
I Cypripedium vanno piantati durante la fase di dormienza, tra settembre e ottobre o all’inizio della primavera. Possono essere piantate anche in climi non particolarmente miti. In realtà, mal tollerano il caldo. La posizione più indicata per questo tipo di orchidea è sicuramente in un punto più ombreggiato, possibilmente verso nord.
La coltivazione della Cymbidium, invece, può richiedere qualche difficoltà in più. Si pianta a primavera e bisogna avere cura di scegliere un punto in cui la luce del sole non sia eccessivamente forte durante tutto il giorno. L’intensità del sole potrebbe infatti danneggiare irreversibilmente le foglie, bruciandole.
Al contrario delle Cypripedium, però, si possono coltivare anche in vaso e proteggerle in casa una volta arrivato l’inverno. L’importante è garantire a questa orchidea la giusta umidità, facendo quindi attenzione a non creare un ambiente troppo secco (spesso dovuto ai sistemi di riscaldamento domestico).
Un’altra accortezza che riguarda questo tipo di orchidee, in caso voleste coltivarle in vaso, è quella di scegliere il giusto terriccio, aspetto fondamentale, che dovrà essere cambiato ogni due anni circa. Dovrete chiedere al vostro vivaio di fiducia un terriccio appositamente pensato per le orchidee e dovrete assicurarvi che abbia un drenaggio dell’acqua sufficiente, in modo da restare umido senza però essere bagnato.